13/03/12

MAREMMA MAYA

Il ronzio andava avanti da qualche giorno. Era dapprima basso, e nessuno ci faceva caso.
Poi crebbe di intensità, ma riuscimmo a passarci sopra.
Ogni tanto ci mettevamo tappi di ovatta nelle orecchie, ci distraevamo. Nessuno ne parlava, nessuno neanche si sognava di farne cenno.
Iniziarono ad aggiungersi scosse brevi. Telluriche, strutturali. Ce le facevamo piacere, cercavamo di vederle come massaggini rilassanti.
Le crepette nei muri erano appena visibili, ed in fondo donavano un qualcosa di unico alla stanza.
Il ronzio aumentato e le scosse vedevano come unica nostra reazione un sorrisetto forzoso, che portavamo addosso come un talismano.
Un giorno si aprì un grazioso cratere nel cortile dell'azienda. Era piccolo, non zampillava lava, solamente un po' di vapore sbuffacchiava, nessun rossore.
Ci mettemmo una bandella bicolore attorno, e lo evitammo con naturalezza.
Se ne aprì un altro in piazza del popolo a Ravenna. Era grazioso. Venne bandellato e la gente faceva finta di non vederlo che era un piacere.
Le polemiche dell'estate, la propaganda sui giornali, la voglia di happy hour continuavano imperterriti, nonostante il vulcanetto che era spuntato sotto l'altare di Sant'Apollinare.
In Classe!
Diceva la prof-lo smarfone era nascosto abilmente sotto il banco.
Ciattavano.
Si mandavano dei poke. Non sapevano cosa fossero, ma se li mandavano.
Un giorno uno studente che ciattava sovrappensiero con lo smarfone fini' nella faglia che si era aperta
di fronte al duomo...non c'era da dispiacersi, era distratto e gli stava bene.
Accese polemiche tra democratici e destrorsi quando il demonio uscì dagli inferi e si mangiò 30 mila persone in un giorno.
Dopo due ore ne vomitò comunque 29 mila 877: facevano proprio schifo.

Nessun commento: