19/03/12

FISTING YOUR LIFE FANTASTIC

Erano le 17 quando iniziò a nevicare della-madonna. Il vento tirava prima forte, poi fortissimo, poi non misurabile perchè le cabine meteorologiche erano volate in mare stracciate dal diavolo che volevano misurare. I gatti stavano nascosti e con la coda bassa perchè il primo che alzava la coda gli faceva vela e chi lo vedeva più.
La TV diceva che per avere un gatto sano e che non vola via bisognava dargli i pallini di piombo a gusto pesce e pollo kitekat.

Eravamo un po' turbati a volte, ma la TV ci rincuorava, facendoci vedere tutte queste tailandesi sposate ad anonimi norvegesi di campagna trovarsi così bene in mezzo a questa landa ventosa immersa in un niente arrotolato in un nulla.

Non si lavorava più da tempo, il petrolio era talmente stanco del traccheggiare dei locali che aveva deciso di estrarsi da solo. Si scopriva da solo, si faceva l'annuncio sui giornali di propaganda socialista norvegese, aumentandosi l'autostima di un solito 60% - tantokikazzopoicontrolla. Si raffinava da solo, percorreva le strade con ordine, in rivoli compatti ed ordinati, si vendeva sulle strade - puttano - e ai norvegesi non restava altro che fatturare e produrre documentazione inutile al solo scopo di sentirsi produttivi. Da casa. Nessuno usciva più dalle case.
Se mettevi fuori una mano, il vento si prendeva anche il braccio. Ogni giorno veniva un metro di neve, mangiavamo piombo nella paura che il vento ci avrebbe portati via nel sonno.

I soldi piovevano nel conto corrente in quantità crescente, e lo stato ce li tassava in quantità crescente così da lasciarci il solito cerino in mano. Nessuno lavorava più da tempo, nessuno sapeva neanche come cavolo fare - a lavorare. Ognuno navigava nel proprio mondo ovattato segnato dall'abulia e dall'orgoglio nazionalistico. La lavastoviglie aveva il filtro sporco - ne compravano una nuova - via internet. Non sia mai che si esca di casa.

I sondaggi labur-socialisti di stato dicevano che il 98% degli europei vorrebbe abitare in Norvegia, e noi ne siamo orgoglioni. Sembra comunque che il 98% degli europei conosca la Norvegia solo dai propri giornali nazionali, che la conoscono dai giornali norvegesi, che la conoscono dalla propaganda comunista di stato. Un drago che si succhia l'uccello, cioè. O qualcosa di simile, whatever.

Eravamo sotto sei metri di neve e ognuno ammazzava il tempo come poteva: chi leggeva un libro, chi guardava la TV, chi si faceva di anfetamine e sfidando il vento si arrampicava nudo in casa altrui per molestare bimbi nel sonno (giuro, è successo davvero).

Gli adolescenti si tagliuzzavano gli avambracci per sentirsi emo, le ragazze praticavano il fisting a 14 anni ed i gatti erano contaminati dal piombo che li teneva coi piedi per terra.
Si stava bene, era un mondo ideale in cui tutti erano convinti di essere nel migliore dei mondi possibili, nessuno desiderava di meglio.

Nessuno aveva mai visto di meglio,o sperato o sognato che qualcosa potesse essere meglio. Accendo la TV ed un'altra vietnamita si congiunge con un redneck norvegese, molto integrata. Cucisce vestiti e si chiama Urai, è incinta. Fanno una pubblicità, e ci sono tre persone: una norvegese, una nera ed una asiatica. Fanno la trasmissione di Eurovision da Oslo, ci sono due conduttori - uno dei due è una donna nera. I siti internet: foto di donne asiatiche ovunque nei siti business norvegesi. Ma vi fate schifo da soli o state raschiando il fondo della propaganda socialista et multietnica? Tanto lo sapete che nelle campagne ai negri darebbero fuoco, vero?

Ci drogavamo regolarmente, tre volte al dì, dopo i pasti. La droga era costosa, ed il 75% del prezzo andava allo stato, per finanziare la lotta contro la droga. Lo stesso dicesi per le auto vecchie e l'inquinamento, e questo - giuro - è vero.

Non uscivamo mai di casa - ed i pochi  che uscivano non uscivano assolutamente dai confini del paesino - gelosamente custoditi da traghetti e tunnel che costavano di pedaggio quanto due giorni di stipendio.

Io aspetto fiducioso, il vento aumenta e svernicia le case. Con le onde ed il vento i pesci ci volano nel giardino. Ma siamo immobili, nessuno esce a prenderli e marciscono così tra l'erba o la neve, a seconda della stagione. Ma noi tiriamo diritto e diamo il deodorante in casa, così il pesce non si sente.

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