20/07/13

LA DEVASTANTE BELLEZZA DEL NON FARE UN CAZZO

L'ozio come metodo. L'ozio come bandiera. L'ozio è un frutto proibito che solo pochissimi possono o riescono ad assaporare. Milioni di disoccupati, e nessuno di loro che riesca a oziare pienamente. Schiavizzati dalla ricerca del lavoro, di scuse al proprio fallimento. O dalla ricerca del divertimento.
Tutta una fila di schiavitù ci tengono occupati.
Lavorare per la casa. Per l'auto. Lavorare per andare in vacanza - il paradosso. Andare in vacanza con affanno. Per poi tornare con affanno.
Affannarsi, sbrigarsi, fare code, far partenze intelligenti per altrettanto stupide destinazioni.

Sopra a questo cimitero di buone intenzioni e stillicidio di cattivi risultati, lo splendore del fantastico cazzeggio si erge con maestosa strafottenza.
In barba alle schiavitù lavorative ed a quelle vacanziere, l'occhio assieme alla mente si perde nelle brume norvegesi di luglio.

Di fronte a casa mia, una volpe rossa spelacchiata appare spesso, ed affamata. Nebbioline e piovaschi inzuppano di vita purissima i boschi rigogliosi della Norvegia. Mi godo il tripudio della Natura in silenzio, clandestinamente, senza muovere un fottuto dito che sia uno.

E la felicità mi inonda dentro.

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