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07/12/15

HO COMPRATO UN FRIGO...

..pesante come una bestia e chi lo ha consegnato sollevandolo e facendogli fare un piano di scale tortuose - facendosi un CULO COSI' alle nove di sera - sono due manovali musulmani. Come anche quelli che consegnarono la lavatrice nell'appartamento precedente. COME ANCHE quelli che consegnarono l'enorme divano Ikea nell'appartamento precedente. COME ANCHE...?
Un patrimonio di odio viene accumulato ogni giorno in cui i poveri fanno lavori di merda consapevoli che i loro figli saranno condannati a fare anche loro lavori di merda. E loro si vedono tra loro, si contano e vedono che sono tutti musulmani. Non tutti, ma molti. E che nessuno di loro arriva "in alto".
Un patrimonio di odio che mettere un nero o due in ogni trasmissione di NRK non basta e forse - ma solo forse - potrebbe anche farli incazzare di piu'. Ogni giorno qui nella politically correct Norvegia una goccia di odio si accumula e non ci vorra' molto per arrivare ad un grosso guaio. E' chiaro che queste operazioni televisive costano MENO che cambiare veramente la societa', ma vedrete quanto limitati saranno gli effetti!
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Farli entrare non e' obbligatorio, questo e' inconfutabile. MA una volta entrati non potete relegarli alla casta degli schiavi per sempre, per permettere a voi tradizionali norvegesi sciatori e vacanzieri di continuare il vostro stile di vita preferito. Anche se voi fate il vostro sorrisetto di cortesia e vi mostrate cordiali, si vede bene che non li considerate persone vere, o comunque uguali a voi. Questo si vede lontano un chilometro!
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Se oltre a vedere le lavanderie ed i barbieri di proprieta' di musulmani non vedremo presto imprese di livello, societa' di notai ed avvocati, parlamentari presenti in parlamento in quanto persone e non in quanto minoranza da esporre, tutte le lacrime future non basteranno.
Se nella storiella norvegese fatta di sci, Påskekrim, lutefisk e pinnekjøtt non entreranno stabilmente un po' di ramadan, di venerdi', di preghiera e di cous-cous, saranno guai seri - e non dite che non ve l'avevo detto.

20/07/13

LA DEVASTANTE BELLEZZA DEL NON FARE UN CAZZO

L'ozio come metodo. L'ozio come bandiera. L'ozio è un frutto proibito che solo pochissimi possono o riescono ad assaporare. Milioni di disoccupati, e nessuno di loro che riesca a oziare pienamente. Schiavizzati dalla ricerca del lavoro, di scuse al proprio fallimento. O dalla ricerca del divertimento.
Tutta una fila di schiavitù ci tengono occupati.
Lavorare per la casa. Per l'auto. Lavorare per andare in vacanza - il paradosso. Andare in vacanza con affanno. Per poi tornare con affanno.
Affannarsi, sbrigarsi, fare code, far partenze intelligenti per altrettanto stupide destinazioni.

Sopra a questo cimitero di buone intenzioni e stillicidio di cattivi risultati, lo splendore del fantastico cazzeggio si erge con maestosa strafottenza.
In barba alle schiavitù lavorative ed a quelle vacanziere, l'occhio assieme alla mente si perde nelle brume norvegesi di luglio.

Di fronte a casa mia, una volpe rossa spelacchiata appare spesso, ed affamata. Nebbioline e piovaschi inzuppano di vita purissima i boschi rigogliosi della Norvegia. Mi godo il tripudio della Natura in silenzio, clandestinamente, senza muovere un fottuto dito che sia uno.

E la felicità mi inonda dentro.

13/06/13

LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO

Caro generico supergiovane,

La tua efficacia nel riuscire nelle cose che fai e' estremamente inferiore alla tua abilita' nel trovare giustificazioni plausibilissime ai tuoi insuccessi.

Beh non credere che mi fidero' di te, poiche' a me interessa che tu RIESCA a fare quello che devi, e non mi frega niente di capire da te quale destino cinico & baro ti abbia impedito di farcela.

Le chiacchiere stanno a zero.

19/03/12

FISTING YOUR LIFE FANTASTIC

Erano le 17 quando iniziò a nevicare della-madonna. Il vento tirava prima forte, poi fortissimo, poi non misurabile perchè le cabine meteorologiche erano volate in mare stracciate dal diavolo che volevano misurare. I gatti stavano nascosti e con la coda bassa perchè il primo che alzava la coda gli faceva vela e chi lo vedeva più.
La TV diceva che per avere un gatto sano e che non vola via bisognava dargli i pallini di piombo a gusto pesce e pollo kitekat.

Eravamo un po' turbati a volte, ma la TV ci rincuorava, facendoci vedere tutte queste tailandesi sposate ad anonimi norvegesi di campagna trovarsi così bene in mezzo a questa landa ventosa immersa in un niente arrotolato in un nulla.

Non si lavorava più da tempo, il petrolio era talmente stanco del traccheggiare dei locali che aveva deciso di estrarsi da solo. Si scopriva da solo, si faceva l'annuncio sui giornali di propaganda socialista norvegese, aumentandosi l'autostima di un solito 60% - tantokikazzopoicontrolla. Si raffinava da solo, percorreva le strade con ordine, in rivoli compatti ed ordinati, si vendeva sulle strade - puttano - e ai norvegesi non restava altro che fatturare e produrre documentazione inutile al solo scopo di sentirsi produttivi. Da casa. Nessuno usciva più dalle case.
Se mettevi fuori una mano, il vento si prendeva anche il braccio. Ogni giorno veniva un metro di neve, mangiavamo piombo nella paura che il vento ci avrebbe portati via nel sonno.

I soldi piovevano nel conto corrente in quantità crescente, e lo stato ce li tassava in quantità crescente così da lasciarci il solito cerino in mano. Nessuno lavorava più da tempo, nessuno sapeva neanche come cavolo fare - a lavorare. Ognuno navigava nel proprio mondo ovattato segnato dall'abulia e dall'orgoglio nazionalistico. La lavastoviglie aveva il filtro sporco - ne compravano una nuova - via internet. Non sia mai che si esca di casa.

I sondaggi labur-socialisti di stato dicevano che il 98% degli europei vorrebbe abitare in Norvegia, e noi ne siamo orgoglioni. Sembra comunque che il 98% degli europei conosca la Norvegia solo dai propri giornali nazionali, che la conoscono dai giornali norvegesi, che la conoscono dalla propaganda comunista di stato. Un drago che si succhia l'uccello, cioè. O qualcosa di simile, whatever.

Eravamo sotto sei metri di neve e ognuno ammazzava il tempo come poteva: chi leggeva un libro, chi guardava la TV, chi si faceva di anfetamine e sfidando il vento si arrampicava nudo in casa altrui per molestare bimbi nel sonno (giuro, è successo davvero).

Gli adolescenti si tagliuzzavano gli avambracci per sentirsi emo, le ragazze praticavano il fisting a 14 anni ed i gatti erano contaminati dal piombo che li teneva coi piedi per terra.
Si stava bene, era un mondo ideale in cui tutti erano convinti di essere nel migliore dei mondi possibili, nessuno desiderava di meglio.

Nessuno aveva mai visto di meglio,o sperato o sognato che qualcosa potesse essere meglio. Accendo la TV ed un'altra vietnamita si congiunge con un redneck norvegese, molto integrata. Cucisce vestiti e si chiama Urai, è incinta. Fanno una pubblicità, e ci sono tre persone: una norvegese, una nera ed una asiatica. Fanno la trasmissione di Eurovision da Oslo, ci sono due conduttori - uno dei due è una donna nera. I siti internet: foto di donne asiatiche ovunque nei siti business norvegesi. Ma vi fate schifo da soli o state raschiando il fondo della propaganda socialista et multietnica? Tanto lo sapete che nelle campagne ai negri darebbero fuoco, vero?

Ci drogavamo regolarmente, tre volte al dì, dopo i pasti. La droga era costosa, ed il 75% del prezzo andava allo stato, per finanziare la lotta contro la droga. Lo stesso dicesi per le auto vecchie e l'inquinamento, e questo - giuro - è vero.

Non uscivamo mai di casa - ed i pochi  che uscivano non uscivano assolutamente dai confini del paesino - gelosamente custoditi da traghetti e tunnel che costavano di pedaggio quanto due giorni di stipendio.

Io aspetto fiducioso, il vento aumenta e svernicia le case. Con le onde ed il vento i pesci ci volano nel giardino. Ma siamo immobili, nessuno esce a prenderli e marciscono così tra l'erba o la neve, a seconda della stagione. Ma noi tiriamo diritto e diamo il deodorante in casa, così il pesce non si sente.

10/08/08

DUE GIORNI FA

Una telefonata. Mondi che si assestano. Stavo per uscire dal lavoro, poi.
Una telefonata. Poi a fare la spesa come niente fosse.

Penne aglio e funghi, poi un mango maturo maturo. Il succo d'arancia, i calzini, le scarpe, i lamponi colti per strada e mangiati a ufa.
La montagna, faccio dodici chilometri, fino al centro e ritorno, a piedi, piano piano.

La pioggia mi saluta all'inizio della camminata con leggerissime goccioline per finire con uno scroscio da ruscelli in piena, quando sulla porta di casa al ritorno
penso che da oggi la vita abbia un po' più senso.

Una telefonata, così, come niente fosse.